Da sempre la collina torinese è ritenuta zona ideale dove s'incontra o si risiede per trovare tranquillità e silenzio. Ancora oggi porta con se il fascino del tempo passato che già la vedeva protagonista, per offrire ospitalità discreta.
Per questa peculiarità il randez-vous perfetto era Pecetto, perchè luogo appartato e al di fuori delle più frequentate strade di transito collinare.
Verso la metà dell'ottocento nella piazza del paese c'era la trattoria-albergo Pourvenir, meta preferita da Cavour e Vittorio Emanuele II, che si vedevano per incontri informali e questioni segrete di governo, tra piatti di bollito e bicchieri di Freisa. Ma anche Constantino Nigra e Jacques Alexandre Bixio, addetto alle finanze dell’imperatore francese, qui si scambiavano pareri di tesoro e di diplomazia sugli stati che rappresentavano.
La proprietaria e cuoca era Anin Diano Busso, che preparava manicaretti particolari.
|
Poi, agli inizi del ‘900, la peronospora della vite distrusse i vigneti che abbondavano sulla collina torinese, mettendo in difficoltà gli agricoltori che si risollevarono piantando ciliegi. Pecetto ne fece il suo punto di forza ed è proprio in questo periodo dell’anno che offre il meglio, con tutto un fiorire di bianchi ciliegi.
Ora, al posto dell’antica trattoria c’è la Ciliegia d’oro, gestita dal 1958 da Francesco Padovan e dalla moglie Maria Bernard, di chiara origine veneta, che, freschi sposi, carichi solo di entusiasmo e buona volontà, iniziarono la loro avventura gastronomica. Attualmente seguono il locale i figli Ornella e Roberto, che quest’anno festeggiano con orgoglio i 50 anni di attività della famiglia.
L’arredo del locale è rustico, con molte sale distribuite su tre piani. D’estate potete rilassarvi nel verde, lontani dall’afa cittadina, cenando a lume di candela, mentre d’inverno, al primo piano, c’è sempre un ceppo che scoppietta nel camino. Poi c’è la tavernetta, adatta ad una clientela giovanile per serate in allegria.
|
La cucina rispetta la tradizione piemontese, con Ornella che propone antipasti tipici e piatti come agnolotti al Castelmagno e gnocchi della Val Varaita, oppure potete provare il carosello di pasta fresca (99 tipi), tutti conditi con sughi diversi.
I secondi vedono filetto al pepe verde o all’aceto balsamico con cipolline, grigliate miste di carne, arrosticcini di capra, scottadito d’agnello, in stagione funghi, carciofi e asparagi. Tra i dessert, sempre preparati da Ornella, bonet, panna cotta, creme caramel e pesche all’amaretto. Il costo del pasto va dai 16 ai 35 Euro, vini inclusi.
|
<